TOSCANA - DDL MONTAGNA, A RISCHIO IL 50% DEI COMUNI MONTANI TOSCANI

Redazione
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Il Ddl Montagna è tutta una questione di altezza e di parametri secchi. Un’impostazione alla base della distribuzione dei fondi che penalizzerà pesantemente le regioni del centro Italia e soprattutto la Toscana, terra caratterizzata da superfici forestali ampie ma da catene montuose non molto elevate. Anci, Ali e Upi Toscana sono sul piede di guerra nella convinzione che decine di piccoli Comuni montani – in particolare quelli dell’Appennino, dell’Amiata, delle Apuane e delle Colline interne – verranno di fatto esclusi dai finanziamenti necessari a garantire servizi essenziali, manutenzioni e sicurezza ai cittadini. Senza sostegno – dicono le tre associazioni – queste realtà già alle prese con lo spopolamento, con il dissesto idrogeologico e con la carenza infrastrutturale, rischieranno di scomparire nel giro di pochi anni. Attualmente in Toscana esistono circa 150 comuni tra totalmente e parzialmente montani, mentre a livello nazionale i comuni con questa classificazione superano le 4.000 unità. Secondo Anci il governo ha manifestato l’intenzione di operare una riduzione drastica, con l’obiettivo di dimezzare il numero dei comuni montani su scala nazionale, portandoli da oltre 4.000 a circa 3.000.
Questa selezione sarà effettuata attraverso due criteri: l’altitudine e la pendenza del territorio comunale. Secondo le stime elaborate da Anci Toscana e dalla Regione, l’applicazione rigida di questi parametri potrebbe comportare la perdita della classificazione montana per circa il 50% dei comuni toscani attualmente riconosciuti come tali. La penalizzazione è accentuata da un altro aspetto. I comuni delle regioni alpine infatti, hanno generalmente territori più piccoli, mentre quelli toscani presentano estensioni molto maggiori. In sostanza meno o zero risorse economiche a fronte di realtà più grandi e quindi più complesse. C’è pochissimo tempo per correggere l’impostazione del Ddl . Verrà formalizzato entro il 19 dicembre, quando ci sarà il passaggio in Conferenza Unificata e l’approvazione definitiva del sistema di classificazione.

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