Il Governo ha impugnato la legge toscana sul salario minimo (approvata un mese fa con l’ok anche dei 5 stelle) che ha introdotto nelle gare regionali ad alta intensità di manodopera basate sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, un criterio premiale per le aziende che applicano un salario minimo orario non inferiore a 9 euro lordi. La motivazione è spiegata in una nota del Consiglio dei ministri: “talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della concorrenza, violano l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione”. Ciò che ha permesso l’impugnazione insomma è il fatto che la Regione non ha competenza in tema di salari ma può prevedere particolari condizioni tecniche in tema di appalti. Cosa che ha fatto indicando un criterio premiale per riferito al salario negli appalti soprattutto di aziende che si occupano di giardinaggio, pulizie, portierato o fattorini. Tra i primi comuni ad applicarla, quello di Firenze. Immediato il coro di proteste dei vertici nazionali del PD (Elly Schlein parla di atto “scandaloso”) e di quelli Toscani. Il presidente Eugenio Giani ha annunciato che la Toscana si costituirà in giudizio davanti alla Corte Costituzionale “per difendere con determinazione questa legge – le parole di Giani – e il principio che la ispira: il lavoro deve essere giusto, sicuro e retribuito in modo equo. La Toscana continuerà a battersi per il rispetto della dignità delle persone e per un modello di sviluppo fondato sul lavoro di qualità.”Si tratta della terza impugnazione davanti alla Corte Costituzionale di una legge della Regione Toscana dopo quella sul fine vita e il Testo unico sul turismo. La norma continua ad essere valida fino al pronunciamento della Consulta.
TOSCANA - GOVERNO IMPUGNA LEGGE SUL SALARIO MINIMO. GIANI: “FAREMO RICORSO”
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