Il 29 giugno 1944 Civitella in Val Chiana – che durante la ritirata tedesca si trovava nelle immediate retrovie del fronte lungo la linea Gotica – divenne teatro di una efferata strage nazifascista. Qualche giorno dopo la morte di alcuni soldati tedeschi, i nazisti iniziarono a rastrellare gli uomini e poi irruppero in chiesa, dove il parroco tentò senza successo di salvare i fedeli offrendosi come vittima. A cinque a cinque tutti gli uomini, compreso il prelato furono trucidati e il paese fu incendiato, per uccidere anche chi in qualche modo era riuscito a nascondersi. Sommando ai martiri di Civitella quelli delle due frazioni di Solaia e Cornia, dove furono uccise con spietata ferocia anche donne e bambini, e della vicina San Pancrazio, in tutto furono massacrate 244 persone.
Sono 170 i familiari delle vittime della strage nazifascista di Civitella Val di Chiana (Arezzo) in attesa dei risarcimenti legati all’eccidio del 29 giugno 1944 in cui furono uccisi 244 civili. L’iter è avviato ma servirà almeno un anno per arrivare a una conclusione.
civitella (ar) - Strage Civitella: 170 familiari in attesa dei risarcimenti
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