Bottiglie di vetro spaccate in testa. Violenta aggressione contro il presidio sindacale di Sudd Cobas davanti al ristorante Scintilla in via Galcianese. Sei tra sindacalisti e lavoratori sono finiti all’ospedale insieme a due cinesi tra cui la proprietaria del locale. E’ successo intorno alle 21.30 di ieri, domenica 14 dicembre. La procura ha aperto un’inchiesta per lesioni personali aggravate sia a danno dei manifestanti che dei cinesi.
A denunciare l’ennesima violenza è il sindacato autonomo. Sotto attacco è finito il presidio davanti al ristorante che – come spiega Sudd Cobas – “da dieci giorni è al centro di un’agitazione sindacale contro turni di dodici ore al giorno e il solito copione di diritti negati che dal distretto moda sconfina nelle cucine e nelle sale dei ristoranti”. Un giovane sindacalista italiano ha riportato le lesioni più gravi a causa dei colpi sulla testa. Sul posto le ambulanze del 118 che hanno soccorso altri cinque uomini, tutti pakistani di età compresa tra i 23 e i 35 anni, trasferiti agli ospedali di Prato e di Pistoia. Per uno di loro anche una ferita ad una mano dovuta ad un morso. Cure sanitarie si sono rese necessarie anche per un cinese che ha riportato un trauma facciale e per la titolare del ristorante, una cinese di 41 anni, che ha riportato un trauma a un braccio.
Immediato l’intervento della polizia che ha ricostruito quanto successo e ha informato la procura. Il procuratore, Luca Tescaroli, ha diffuso un comunicato stampa nel quale ha ripercorso i fatti anche per come restituiti dalle immagini delle telecamere esterne e interne al locale che hanno ripreso una aggressione durata sette minuti. Un episodio che il procuratore ha definito “contesa che si inserisce nel contesto di una vertenza sindacale in merito alla posizione lavorativa di un dipendente del ristorante, di nazionalità pakistana, legato da un contratto part-time, che di fatto svolgerebbe prestazioni lavorative per un numero di ore superiore rispetto a quelle fissate.
“Un cittadino cinese di 45 anni – si legge – è giunto a bordo di un’auto nel parcheggio prospiciente il ristorante con l’intento di recarsi all’interno come cliente. Vi è stato un diverbio tra quest’ultimo e alcuni soggetti che stavano partecipando a un presidio. Il cinese provava a portare all’interno uno dei partecipanti al presidio sindacale trascinandolo per un braccio. Quindi – ancora i fatti ripercorsi dalla procura – altri manifestanti si attivavano per divincolare il compagno, di nazionalità pakistana, per evitare che venisse portato dentro il ristorante e ne nasceva una colluttazione. Altri due cinesi uscivano e uno lanciava acqua sugli attivisti e un altro cercava di portare via il connazionale. La colluttazione è proseguita all’interno del locale con il coinvolgimento di più persone in corso di identificazione”.
La notizia dell’aggressione si è diffusa rapidamente tra gli attivisti e gli iscritti tanto che in pochi minuti più di cento persone sono arrivate davanti al ristorante per dare vita ad una manifestazione improvvisata. “Uno straordinario gesto di solidarietà”, il commento del sindacato che sottolinea come quella di ieri sera sia “la quarta aggressione da settembre e la terza nell’ultimo mese”.
Sudd Cobas alza il tiro delle rivendicazioni e della richiesta di attenzione e interventi da parte delle autorità: “Le istituzioni diano un segnale chiaro e deciso. L’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza dà la possibilità al questore di sospendere l’attività di un locale. Le istituzioni – dice il sindacato – devono affermare con i fatti che la sicurezza di chi rivendica i diritti conta”.
L’aggressione in via Galcianese non fermerà l’azione del sindacato che da anni si batte contro lo sfruttamento del lavoro e per l’affermazione dei diritti e del rispetto delle regole. “E’ un’aggressione che arriva dopo i primi scioperi a cui sono seguite le prime vittorie e i primi accordi sindacali in un settore, quello della ristorazione – sottolinea Sudd Cobas – dove la sindacalizzazione non era mai arrivata. Nessun tentativo di intimidazione sarà tollerato. La storia di questi anni dimostra chiaramente che la violenza non potrà fermare la fame di diritti di chi da troppo tempo è sfruttato”. E il richiamo alla città: “Di fronte a questa gravissima escalation di attacchi violenti a pacifiche proteste sindacali, c’è bisogno di una reazione forte della città democratica”.
Le reazioni. Solidarietà e condanna sono state espresse dal segretario provinciale del Pd, Marco Biagioni, che sollecita gli inquirenti a “fare chiarezza e ad adottare ogni misura necessaria a garantire la sicurezza di chi esercita legittimamente l’attività sindacale”. “A Prato – le sue parole – non c’è spazio per la violenza contro chi rivendica dignità e rispetto delle regole”.
Il presidente della Provincia e sindaco di Montemurlo, Simone Calamai: “Purtroppo nel nostro distretto esistono situazioni di illegalità e sfruttamento che vanno perseguite e contrastate con forza. La violenza non è mai la soluzione. Come presidente della Provincia mi sono fatto parte attiva e strumento di dialogo in due vertenze che coinvolgono decine di lavoratori e nelle quali siamo vicini a soluzioni positive”.