PRATO - CASO COCCI: INDAGATI BELGIORNO E POGGIANTI

Claudio Vannacci
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Ci sono i primi due indagati nell’inchiesta per il ricatto ai danni dell’ex capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Cocci. E si tratta di due esponenti di centrodestra: l’ex consigliere comunale FdI Claudio Belgiorno e Andrea Poggianti, vicepresidente del Consiglio comunale di Empoli, ex capogruppo di Fratelli d’Italia poi uscito dal partito per divergenze con i vertici alla vigilia delle ultime elezioni amministrative. La notizia è stata comunicata dal procuratore di Prato Luca Tescaroli che ha aperto un fascicolo sulla vicenda per i reati di revenge porn e diffamazione. Sono in corso perquisizioni da parte della Digos e della guardia di finanza. Nei prossimi giorni i due esponenti politici saranno sentiti dai magistrati.

LE ACCUSE DELLA PROCURA La svolta nell’indagine arriva a una decina di giorni dall’esplosione del caso con un articolo del Fatto Quotidiano dove veniva rivelato il ricatto a luci rosse ai danni di Cocci. Una vera e propria bomba deflagrata alla vigilia del via alla campagna elettorale per le Regionali che vedeva proprio lo stesso Cocci, insieme a Belgiorno, come le punte di Fratelli d’Italia nell’assalto al primato cittadino di voti, approfittando anche di un Pd ancora scosso dalle vicende che hanno portato alle dimissioni dell’ex sindaca Ilaria Bugetti, accusata di corruzione, e al commissariamento del Comune.

Tornando alle indagini, la procura afferma che le dichiarazioni rese da Cocci e le acquisizioni investigative svolte finora fanno ritenere che Belgiorno e Poggianti, “avendo ricevuto, o comunque, acquisito le immagini a contenuto sessualmente esplicito, ritraenti Cocci, le diffondevano mediante l’invio di plurime delazioni anonime, almeno dal mese di ottobre 2024, nel marzo 2025 sino a settembre 2025”. Le lettere anonime erano indirizzate a esponenti politici della provincia di Prato e di Firenze del partito Fratelli d’Italia, a sostenitori dello stesso Cocci e a organi d’informazione. Belgiorno e Poggianti sono anche accusati di diffamazione in relazione a quanto contenuto nelle stesse lettere, con riferimenti e accuse di pedopornografia e di consumo di droga a carico di Cocci.

CONSEGUENZE A questo punto c’è attesa per capire cosa farà Fratelli d’Italia per quanto riguarda la lista per le prossime Regionali, di fatto bloccata e sospesa da quando è scoppiato il caso. Fino a quel momento la sestina di candidati sembrava già pronta, come testimoniato dalle decine di maxicartelloni che ancora oggi sono disseminati in città. Insieme a Cocci e a Belgiorno, il terzo candidato forte doveva essere Gianluca Banchelli, considerato vicino ad Alessandro Tomasi, sfidante di centrodestra del governatore uscente Eugenio Giani. Erano usciti anche i nomi delle tre donne che dovevano completare la lista: Emanuela Paci, Alice Gigliotti Forti e Dania Melani. Tutto era stato congelato e, almeno fino a ieri, l’ipotesi prevalente era quella di un azzeramento completo con una sestina tutta nuova. Con Belgiorno che aveva già fatto capire di essere pronto a rompere con il partito, forse per accasarsi altrove. Adesso, quando mancano solo due giorni al termine ultimo per il deposito delle liste, tutto può ancora succedere.

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