La procura antimafia ha depositato al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Firenze la richiesta di archiviazione per Simone Faggi, ex vicesindaco di Prato finito sul registro delle notizie di reato per false comunicazioni al pubblico ministero. A poco più di un mese dall’avviso di garanzia notificato in seguito all’interrogatorio in qualità di persona informata dei fatti nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che ha coinvolto Ilaria Bugetti, la posizione di Faggi va verso la definizione e ciò avviene a pochi giorni dal secondo interrogatorio rilasciato ai magistrati antimafia davanti ai quali si è presentato spontaneamente. E’ stato lui a chiedere di essere nuovamente sentito per chiarire i punti che erano rimasti in sospeso, per riferire fatti e circostanze che non ricordava con precisione nel primo interrogatorio e che furono alla base dell’avviso di garanzia. Accompagnato dal suo avvocato di fiducia, l’ex vicesindaco ha risposto a tutte le domande. “Ringrazio la procura – le sue parole – dico grazie ai magistrati che hanno recepito la mia richiesta di essere nuovamente sentito. Questa vicenda è per me dolorosa e oggi intravedo nuovamente la luce”.
Il lavoro della Direzione distrettuale antimafia va avanti a passo spedito dopo la prima tornata di interrogatori dei testimoni. I sostituti Lorenzo Gestri, Lorenzo Boscagli e Antonio Nastasi, sono alle prese con ulteriori accertamenti e approfondimenti.
La bomba giudiziaria e politica è esplosa lo scorso 13 giugno, esattamente un anno dopo la proclamazione a sindaco di Ilaria Bugetti: i carabinieri del Ros, dopo la notifica dell’avviso di garanzia per corruzione, perquisirono casa e ufficio alla ricerca di elementi utili all’inchiesta. Stessa scena a casa di Riccardo Matteini Bresci, amico di Ilaria Bugetti, imprenditore tessile tra i più conosciuti, accusato anche lui di corruzione. Gli investigatori sostengono che tra i due siano intercorsi nel tempo rapporti finalizzati a scambi e favori reciproci fuori dal perimetro della legalità. I magistrati chiedevano per Bugetti gli arresti domiciliari e per Matteini Bresci la custodia cautelare in carcere anche in ragione di una condanna patteggiata pochi mesi fa sempre per corruzione, in concorso con l’ex comandante della Compagnia dei carabinieri di Prato. II giudice delle indagini preliminari ha riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’ex sindaca, che in sede di interrogatorio si è avvalsa della facoltà di non rispondere consegnando una memoria, ma ha respinto l’arresto perché Bugetti si è presentata dimissionaria all’appuntamento; per Matteini Bresci, invece, disposti i domiciliari dopo aver reso l’interrogatorio.
PRATO - Inchiesta corruzione, la procura antimafia chiede l’archiviazione per Simone Faggi indagato per false comunicazioni al pm
L'ex vicesindaco si è presentato spontaneamente una seconda volta davanti ai magistrati per riferire fatti e circostanze che non ricordava: "Sono rasserenato, ringrazio la procura". Il suo nome era finito sul registro delle notizie di reato in seguito alle dichiarazioni rese nei primi giorni del terremoto giudiziario e politico e per gli investigatori condite da troppi "non ricordo"
LIVE
11