PRATO - Esplosione Calenzano, nuova udienza dell’incidente probatorio: nel mirino presunti errori e sottovalutazioni del rischio

A 67 giorni dal primo anniversario della tragedia costata la vita a cinque lavoratori, accusa, difese e parti civili sono tornati in aula per l'esame irripetibile esteso oggi alla decima persona indagata, iscritta sul registro delle notizie di reato un mese fa. Nell'elenco, per illeciti amministrativi, anche Eni
Nadia Tarantino
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Nuova udienza dell’incidente probatorio davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Prato per l’esplosione al deposito Eni a Calenzano che il 9 dicembre dello scorso anno provocò la morte di cinque persone: tre autotrasportatori – due di Prato e uno della provincia di Pisa – e due operai trasfertisti di Sergen, società con sede in provincia di Potenza che aveva in carico la manutenzione degli impianti.
A 67 giorni dal primo anniversario del disastro che causò anche 27 feriti, danni a fabbricati, vetture e autoarticolati, accusa, difese e parti civili sono tornati in aula per un altro tassello dell’esame irripetibile chiesto dalla procura per mettere insieme elementi di prova già nella fase preliminare delle indagini.
L’udienza di oggi è servita per estendere l’incidente probatorio al decimo indagato: un dipendente di Eni iscritto sul registro delle notizie di reato un mese fa e che, secondo quanto emerso, avrebbe preso parte alla riunione operativa per l’affidamento del lavoro alla società Sergen fornendo, in quella occasione – secondo gli inquirenti – indicazioni errate sulle valvole interessate dall’intervento di conversione di una linea di benzina senza piombo in una linea di fornitura di olio vegetale idrotrattato. Ad oggi gli indagati sono 8 nella file di Eni tra dirigenti e responsabili di settore, due nelle file della società Sergen e tra loro anche il tecnico rimasto gravemente ferito nell’esplosione; nell’elenco anche Eni per illeciti amministrativi. Le ipotesi di reato, a vario titolo: omicidio colposo plurimo, disastro colposo, lesioni personali.
L’attenzione è concentrata in particolare sulla corretta valutazione e vigilanza delle due attività in corso quella mattina nel deposito Eni: da una parte il normale rifornimento delle autobotti, dall’altra lavori ordinari e straordinari presso le baie di carico. Per la procura le due attività avrebbero interferito fino a provocare l’incidente. Il procuratore Luca Tescaroli, che parla di “errore grave e inescusabile”, è convinto che l’erogazione delle pompe di rifornimento, quella mattina, avrebbe dovuto essere sospesa. Un convincimento frutto anche dell’esito della superperizia affidata ad esperti in esplosivistica, chimica, incendio, impiantistica strutturale e piani di sicurezza fuori e dentro i luoghi di lavoro.
E intanto sarebbe emerso che Eni, in almeno un altro stabilimento con attività interferenti tra loro, avrebbe adottato misure di prevenzione che, se presenti anche a Calenzano, forse avrebbero evitato la tragedia. A Calenzano, invece, sempre secondo gli accertamenti, si sarebbe consentita la concomitanza di attività diverse e la presenza di fonti di innesco in un’area di lavoro considerata zona 2 per il rischio esplosione anziché, come avrebbe dovuto essere secondo gli esperti, zona 1.
Gli indagati : Patrizia Boschetti, come datore di lavoro committente responsabile della struttura organizzativa e gestione operativa del centro Eni spa di Roma; Luigi Collurà dirigente con delega di funzioni sulla sicurezza del deposito Eni di Calenzano; Carlo Di Perna, responsabile manutenzioni e investimenti depositi Centro Eni spa; Marco Bini, preposto Eni richiedente il permesso di lavoro che ha classificato l’attività di Sergen; Elio Ferrara, preposto Eni che ha autorizzato il rinnovo del permesso di lavoro a Sergen per il 9 dicembre 2024; Emanuela Proietti responsabile del servizio prevenzione protezione (Rspp) di Eni; Enrico Cerbino, responsabile del progetto esterno per le Manutenzioni e investimenti depositi Centro (Eni); Andrea Strafelini, coordinatore operativo giornaliero e preposto Eni; Francesco Cirone, datore di lavoro e Rspp dell’impresa esecutrice Sergen srl di Viggiano (Potenza); Luigi Murno, preposto della Sergen.
Le vittime : Vincenzo Martinelli, 51 anni, autotrasportatore residente a Prato; Carmelo Corso, 57 anni, autotrasportatore residente a Prato; Davide Baronti, 49 anni, autotrasportatore residente a Bientina (Pisa); Gerardo Pepe, 45 anni, della provincia di Potenza; Franco Cirelli, 50 anni, della provincia di Matera. (nadia tarantino)  

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