Omicidio volontario aggravato dalla premeditazione: con questa accusa oggi, mercoledì 26 novembre, è stato rinviato a giudizio Vasile Frumuzache, guardia giurata di 32 anni, in carcere dalla scorso giugno dopo aver confessato di avere ucciso, decapitato e dato alle fiamme Maria Denisa Paun, 30 anni, romena anche lei, escort. Il processo, davanti alla Corte d’assise di Firenze, comincerà il 15 gennaio, lo stesso giorno in cui Frumuzache comparirà davanti ai giudici togati e popolari per rispondere di un altro omicidio, quello di Ana Maria Andrei, escort romena uccisa nell’agosto dello scorso anno e il cui cadavere è stato ritrovato nei boschi di Montecatini, poco distante da quello di Maria Denisa. Due omicidi a distanza di quasi un anno, due vittime romene, due escort.
Presente in aula la guardia giurata accanto al suo avvocato, Diego Capano. Dietro di lui, a pochi passi, la moglie e madre dei suoi due figli che gli è rimasta a fianco e che ha voluto esserci anche oggi. Presenti anche la mamma di Maria Denisa, Cristina, che si è costituita parte civile con l’avvocato Sabrina Serroni; parte civile anche i nipotini della vittima, rappresentati dalla loro mamma e cognata della vittima, assistita dall’avvocato Marianna De Simone (ammessa come parte civile, infine, anche l’associazione Marianna). A sostenere l’accusa, il procuratore Luca Tescaroli.
La difesa di Frumuzache ha chiesto il rito abbreviato pur conoscendo già la risposta del gup Marco Malerba, vale a dire la dichiarazione di inammissibilità trattandosi di una imputazione per la quale è previsto l’ergastolo. Una richiesta ugualmente avanzata come da procedura: se all’esito del dibattimento, infatti, dovesse venir meno l’aggravante della premeditazione, l’avvocato Capano potrà richiamare l’abbreviato e far ottenere all’imputato lo sconto di pena.
Respinta anche un’altra richiesta difensiva, quella di sottoporre Frumazache a perizia psichiatrica. Il giudice delle udienze preliminari ha accolto le posizioni dell’accusa e delle parti civili: la guardia giurata è stata già valutata da un consulente della procura che ha rilevato disturbi di alcuni tratti della personalità ma nessun vizio che possa anche solo far ipotizzare la impunibilità. “Reitererò la mia richiesta – ha chiarito l’avvocato Capano – ritengo doveroso che venga fugato ogni dubbio nel contraddittorio delle parti circa l’eventuale presenza di vizi di mente quanto meno al momento dei fatti”.
Frumuzache, impassibile in aula, ha ascoltato l’arringa e la determinazione del suo difensore su due punti in particolare: il primo, il movente e cioè il ricatto che sarebbe stato messo in atto da Maria Denisa Paun che – stando all’imputato – avrebbe preteso denaro per non rivelare alla moglie del loro incontro. “Ci troviamo di fronte ad una dichiarazione di difesa – le parole dell’avvocato Capano – che potrebbe apparire quasi agevole nella misura in cui la vittima non è in grado di contraddire, ma bisogna fare i conti con le parole di un uomo che ha dato un notevole contributo alle indagini, con il suo narrato lineare. Dubitare ora con le giustificazioni che sono state rese cozzerebbe, a mio avviso, con il contegno processuale tenuto fino a questo momento”.
Secondo punto: la premeditazione. Premeditazione che la difesa ha escluso: “Il giorno prima dell’omicidio, cioè il 14 giugno – ha detto Capano – Frumuzache è stato a Prato ma solo perché aveva un appuntamento con Maria Denisa Paun, ma a quell’appuntamento non è mai arrivo perché in ritardo a causa del traffico ed è stata la donna ad annullarlo. Ma lui era ormai in zona e per questo motivo sono state rilevate sue tracce”.
Il giudice ha disposto il dissequestro dell’abitazione di Frumuzache, a Monsummano Terme, per consentire alla moglie di recuperare gli effetti personali suoi e dei figli, e dell’auto della vittima che tornerà nella disponibilità della mamma. Ancora sotto sequestro, invece, i telefonini e i pc dell’imputato. (nadia tarantino)