LUCCA - PESTE SUINA: GLI ALLEVATORI PROTESTANO IN PIAZZA

Alessio Poggioni
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La peste suina adesso fa paura, e mobilita le piazze. Come quella di stamani di Lucca, dove 500 agricoltori e allevatori hanno manifestato per chiedere un cambio di passo sull’emergenza peste suina veicolata dai cinghiali selvatici. Da una parte infatti il numero fuori controllo degli ungulati, dall’altra il fatto che in queste colonie si sta sviluppando un virus letale che rischia di propagarsi dalla Lunigiana – dove è stato rilevato un anno e mezzo fa – a tutta la regione.
Le risposte tuttavia, sostengono i manifestanti e in primis la Coldiretti, fino ad oggi sono state troppo deboli.
Ad oggi 43 comuni sono nella rete delle restrizioni previste dal protocollo di sicurezza del piano nazionale, 88 i cinghiali morti risultati infetti, 4 nella zona di Piazza al Serchio nelle ultime settimane. Tre le province coinvolte: Massa Carrara, Lucca e Pistoia. Un quadro che dipinge un avanzamento pericoloso e rapido del contagio.
Il rischio maggiore, ovviamente, è per la filiera suinicola, che conta in Toscana 4000 allevamenti per oltre 130mila capi di bestiame, una produzione di 100 milioni di euro e 50 dalla produzione di Cinta Senese e Prosciutto Toscano Dop.
Per la Coldiretti, le conseguenze per le attività agricole in zona di restrizione, la cui sopravvivenza dipende proprio dalla filiera suinicola, riguardano il rischio di affrontare perdite economiche nel caso di contrazione del virus negli allevamenti per le conseguenti richieste di abbattimento di tutti i capi, costi aggiuntivi per le misure di biosicurezza rafforzata richieste nelle stalle, limitazioni alla libera movimentazione dei capi e l’obbligo di comunicare tempestivamente alle autorità dati e informazioni legati alle mortalità dei capi.

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