La peste suina africana (PSA) continua a estendersi in Garfagnana, dove la situazione epidemiologica si fa sempre più critica. Il virus, trasmesso dai cinghiali, avanza verso il resto della Toscana, tanto da rendere necessaria una nuova ordinanza del commissario straordinario Giovanni Filippini per rafforzare le attività di contenimento ed eradicazione previste dal piano nazionale.
Negli ultimi giorni diverse carcasse di cinghiali trovate nel comune di Piazza al Serchio sono risultate positive al virus, segnalando un chiaro avanzamento del contagio verso sud. Le nuove positività porteranno all’ampliamento delle zone di restrizione già in vigore.
“L’epidemia corre, ma le azioni sul territorio per fermarla molto meno”, avverte il presidente di Coldiretti Lucca, Andrea Elmi, che teme conseguenze pesanti per le aziende agricole della Garfagnana, “già messe a dura prova dai danni causati dalla fauna selvatica”.
La nuova ordinanza prevede, tra le altre misure, la realizzazione di 136 chilometri di recinzioni lungo l’asse ferroviario Viareggio–Lucca–Pistoia–Porretta–Bologna, considerato un punto strategico per impedire al virus di avanzare ulteriormente nel cuore della regione. Il commissario Filippini ha illustrato le linee guida del provvedimento durante un incontro promosso da Coldiretti Toscana, a cui hanno partecipato amministratori locali, tecnici e allevatori.
Il primo caso di peste suina africana in Toscana è stato confermato nel luglio 2024, a Zeri, in Lunigiana. Da allora il virus ha risalito la valle del Serchio, fino a raggiungere la Garfagnana. Secondo i dati aggiornati del Ministero della Salute e dell’IZS, in Toscana sono stati accertati oltre 80 casi su cinghiali selvatici tra le province di Massa-Carrara e Lucca, con nuove positività confermate all’inizio di questo mese.
A livello nazionale, la PSA è estesa in 13 regioni, con oltre 4.600 casi confermati nei cinghiali e più di 90 focolai in allevamenti suini domestici. Le regioni più colpite sono Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia-Romagna, ma il fronte toscano è oggi considerato uno dei più sensibili per il rischio di diffusione verso il centro Italia.
Gli esperti ricordano che, ad oggi, la PSA non è pericolosa per l’uomo, ma rappresenta una minaccia gravissima per il comparto suinicolo: in caso di contagio, gli allevamenti devono essere abbattuti e isolati, con pesanti ricadute economiche e commerciali.
TOSCANA - PESTE SUINA: CRESCE L’EPIDEMIA TRA I CINGHIALI
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