La città si è stretta ieri attorno al suo simbolo religioso – la sacra cintola della Madonna – e ha celebrato la festa dell’8 settembre come da tradizione, una tradizione però stravolta dagli eventi degli ultimi mesi. Il primo: a sfilare, con il Gonfalone del Comune di Prato, non un sindaco ma per la prima volta nella storia dal dopoguerra a oggi, un commissario, il commissario straordinario Claudio Sammartino inviato dal Governo dopo le dimissioni di Ilaria Bugetti, indagata in una inchiesta della procura di Firenze. Il Corteggio storico ha sfilato in versione ridotta – gruppi storici meno numerosi – e lungo un percorso rivisitato. Dal pulpito di Donatello, il vescovo Giovanni Nerbini ha presieduto l’ostensione della cintola, uno dei cinque appuntamenti annuali con la reliquia mariana esposta al pubblico. Lungo le strade, ad applaudire sbandieratori, figuranti, vessili, gonfaloni e la rappresentanza della Palla grossa, tanti cittadini che non hanno voluto mancare all’appuntamento. Niente fuochi d’artificio, niente eventi collaterali, solo il fulcro della festa che da sempre unisce l’anima religiosa a quella laica della città. Lo scorso anno il Corteggio saltò a causa dell’allerta maltempo, quest’anno è tornato ma in tono decisamente minore alla tradizione, appuntamento al 2026.
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