TOSCANA - RAPPORTO INPS: CROLLO DEMOGRAFICO E LAVORO PRECARIO

Alessio Poggioni
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In futuro avremo culle vuote e pensionati al lavoro. La frase, un tempo provocatoria, rischia di essere invece di estrema attualità, anche in una regione per certi versi più virtuosa di altre, come la Toscana. Crollo demografico e aumento dei lavoratori anziani, a fronte di un’occupazione sempre più precaria: è questo l’abstract del rapporto sociale di INPS che disegna nella nostra regione un problema contingente.
Intanto il saldo demografico: nel 2024 in toscana la popolazione è scesa di -8.324 persone, dove tuttavia va considerato un saldo migratorio positivo di oltre 14mila persone, che contribuiscono oggi alla sopravvivenza demografica della regione. A questo, tuttavia, si uniscono i dati sul lavoro: l’occupazione, va detto, è in crescita: dal 69,3% del 2023 si è passati al 70,9% del 2024. Ma occupazione di che tipo?
Rispetto al 2023 sono infatti calate le assunzioni a tempo indeterminato e i contratti a tempo determinato, aspetto che rivela come la crescita sia solo del lavoro precario. Bene invece la percentuale degli inattivi, che si è ridotta dal 26,7% al 26,1%.
Con la precarizzazione del lavoro, va da sé, cresce il ricorso ai sussidi per la disoccupazione, quasi 6mila in più (da 200.977 a 206.295), così come per la cassa integrazione, 3 milioni di ore in più rispetto al 2023 (da 7.736.727 ore a 10.904.283 ore).
Per Marco Rossi, presidente del comitato regionale dell’Inps Toscana, “la crisi è ampliata se si guarda il contesto nazionale: “nei prossimi anni – spiega – è prevista un’uscita massiccia di lavoratori dal mercato del lavoro, mentre crescono le disuguaglianze generazionali, con i giovani esclusi da percorsi stabili e vittime di basse retribuzioni”.
Già, gli stipendi: in Toscana la retribuzione media dei lavoratori è pari a 100,9 euro giornalieri per gli uomini: inferiore alla media nazionale (107,5 euro). Per le donne, vittime del gap salariale, la media è pari a 76,0 euro, anche questa inferiore a quella nazionale (79,8 euro).
Tutto ciò determina un impoverimento generale della Regione: su 3milioni e 600mila abitanti, in Toscana quasi un milione è pensionato, e tra questi sono cresciute le pensioni previdenziali. Insieme ad esse crescono le domande di assegni di inclusione e quella per la formazione e il lavoro.
Il totale, restituisce una fotografia della Toscana come di una regione stanca nel ricambio generazionale e nella qualità del lavoro, vecchia anagraficamente e ingessata sul fronte delle prospettive. Magra consolazione, il fatto che nello scenario nazionale, facciamo un po’ meglio della media.

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