PRATO - Scarti tessili, la procura critica le fototrappole: “C’è bisogno di fototrappole più sofisticate per non mettere in fuga gli autori dei reati”

Cresce a dismisura la quantità di sacchi neri abbandonati: 154 tonnellate nel 2023, sei volte tanto nel 2024. Il procuratore fa il punto su via Brugnani, la cosiddetta "terra dei fuochi di Prato" dove gli scarichi vengono incendiati, e chiede sistemi di controllo innovativi per dare maggiore incisività alle indagini
Nadia Tarantino
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Centocinquantaquattro tonnellate nel 2023, 819 nel 2024, 252 nei primi quattro mesi di quest’anno. E’ il bilancio reso noto dalla procura sull’abbandono e successivo smaltimento di rifiuti tessili a Prato, Carmignano, Poggio a Caiano, Montemurlo, Vaiano e Calenzano. Un andamento in forte crescita comunicato – spiega la procura di Prato – per “informare la collettività in ordine alla presenza delle istituzioni e alla loro capacità di intervento sul territorio”. Non soltanto numeri, ma anche zone che più di altre sono un riferimento per l’abbandono degli scarti tessili, come ad esempio via Brugnani, la cosiddetta “terra del fuoco di Prato” dove i rifiuti vengono incendiati.

I dati arrivano a due giorni dalla tappa della Commissione parlamentare sulle ecomafie che, con un doppio sopralluogo a Carmignano, ha evidenziato l’enorme problema rappresentato dagli scarti tessili abbandonati nei campi con “notevole danno ambientale”. Un danno a cui la procura risponde con le inchieste: “L’attività repressiva dei reati ambientali sul territorio pratese affidata al gruppo Ambiente della procura – si legge in un comunicato – è strettamente collegata all’attività tessile condotta da migliaia di imprese, in larga parte gestite da cittadini di origine cinese, provenienti dalle regioni del Fujian e dello Zhejiang”. Le indagini puntano sui produttori degli scarti tessili ma anche su chi li scarica abusivamente: “Nei processi penali il trasporto abusivo di rifiuti di natura tessile risulta essere stato curato da trasportatori non iscritti all’Albo nazionale dei gestori ambientali – spiega ancora la procura – che prelevano i rifiuti dalle aziende per smaltirli illecitamente”.

Il procuratore punta il dito sulle telecamere ‘fototrappola’ chiedendo sistemi più sofisticati di quelli attualmente in uso: “L’esigenza – dice – è la dotazione di telecamere senza il led di infrarosso che mette in fuga gli autori degli scarichi”. Il problema è la luce che si accende e che segnala la presenza dell’occhio elettronico. “In via Brugnani – viene spiegato dalla procura – non si è riusciti a individuare gli autori degli incendi perché, in almeno un caso, la persona con in mano due taniche si è data alla fuga appena visto il led” (le ‘fototrappola’ sono collocate da Alia e le immagini gestite dall’azienda nei comuni più grandi – Prato e Firenze – dalla polizia municipale in quelli più piccoli; le notizie di reato vengono trasmesse alla procura).    

L’attività investigativa è particolarmente attenta a via Brugnani dove recentemente, a ridosso del torrente Filimortula, “è stata individuata e sgomberata un’area su cui erano stoccate decine di tonnellate di rifiuti, in larga parte tessili”. “Nella medesima zona – continua il procuratore – insistono i cosiddetti orti cinesi che sono stati e sono oggetto di attenzione investigativa”.

Tornano ai numeri dell’abbandono dei rifiuti tessili, la procura entra nel dettaglio, comune per comune: a Prato si è passati da 150 tonnellate nel 2023, a 752 nel 2024, a 234 nei primi quattro mesi del 2025; a Carmignano una tonnellata nel 2023, 20 nel 2024 e 4 nel primo quadrimestre di quest’anno; a Montemurlo una tonnellata nel 2023, 8 nel 2024 e 4 tra gennaio e aprile 2025; Calenzano non conosceva il fenomeno nel 2023, ma nel 2024 ha registrato 19 tonnellate di scarichi abusivi e nei primi quattro mesi di quest’anno la quantità è già a 10 tonnellate.              

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