“In vino veritas”, come si usa dire, ma la verità – se si parla della bevanda di Bacco – non ammette scherzi. Lo ha capito a sue spese, in un certo senso, il Ministro Salvini, scivolato su un misero acino d’uva, seppur Nobile. Il caso è esploso dopo lo scambio di battute, ieri, con il governatore dell’Abruzzo Marsilio: questi, parlando del Montepulciano d’Abruzzo, ha detto che è un vino “più conosciuto ed esportato del Nobile di Toscana”. Affermazione a cui Salvini ha risposto: “Meglio, perché i toscani hanno rotto le… ecc. ecc.”
Ora, da alcuni secoli una disputa anima il vino senese e quello abruzzese, il primo più antico e pregiato, il secondo più vasto come produzione, in realtà molto diversi come proprietà e gusto e uguali soltanto nel nome. Materia da esperti, insomma, che infatti è rimasta sullo sfondo ed ha alimentato probabilmente soltanto le discussioni tra i palati più fini. In caciara, invece, sono finite le parole del Ministro: per il deputato Marco Furfaro, PD, si tratta di uno “show da bar”. Indignato il senatore Parrini: “Ha offeso i toscani, chieda scusa”. Renzi, rimanda indietro: “Da Salvini i soliti pensieri raffinati e profondi”.
In mattinata il leader della Lega tenta di minimizzare: “mangio e bevo toscano tutti i giorni, – ha detto – fra un po’ mi verrà anche l’accento fiorentino… è incredibile che a sinistra cerchino l’ennesima polemica”. Epperò, ci permettiamo, se davvero Salvini si fosse un po’ toscanizzato, saprebbe che da noi col vino non si scherza. Tanto che un verace doc (anzi, docg) come il presidente Giani, prende la questione molto sul serio.
Va detto, non sarà una battuta uscita male, a cambiare le sorti dell’enologia italiana, né l’attrattiva che la Toscana ha nel mondo per le sue bellezze e le sue bontà. Semmai possiamo dire che la campagna elettorale si giocherà da noi anche a suon di brindisi. Purchè di vino Nobile, sia chiaro.
TOSCANA - IN VINO VERITAS: POLEMICA SULLE PAROLE DI SALVINI
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