FIRENZE - Due anni dalla scomparsa di Kata: indagini senza sviluppi

Nadia Tarantino
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Nulla, di Kata non si sa nulla dopo quell’ultima immagine fissata da una telecamera di via Boccherini alle 15.01 del 10 giugno 2023. La bambina è sulle scale esterne dell’ex hotel Astor, è sola ed è come se qualcuno la stia chiamando a sé. E’ l’ultima volta che la piccola peruviana viene vista. Nel pomeriggio, quando la mamma rientra dal lavoro e la cerca presso i parenti a cui l’aveva affidata, si scopre che Kata non c’è più. Due anni senza sapere niente, senza una traccia, senza una pista prevalente da seguire. Della bambina, oggi 7 anni, si sa soltanto che dall’ex hotel Astor, la struttura occupata da 150 persone tra sudamericani, albanesi e romeni, è uscita. L’immobile è stato controllato pezzo pezzo, smontato, capovolto, scandagliato in ogni intercapedine e perfino nei tombini dai reparti specializzati dei carabinieri. Nulla. Un mistero fittissimo la scomparsa della bambina, cercata in Italia e all’estero, al centro di segnalazioni tutte verificate e tutte puntualmente scartate. Chi ha preso Kata e perché? Cinque persone, tra le quali due zii della bambina, indagate per la sparizione ma senza che l’inchiesta abbia fatto passo in avanti.
La procura di Firenze, qualche giorno fa, ha tirato le somme delle indagini fino ad ora. I punti fermi sono pochi: il primo, come detto, è che la bambina è stata portata fuori dalla struttura; il secondo: la bambina non è uscita dai varchi di ingresso perché le telecamere l’avrebbero ripresa e dunque la via di fuga più accreditata è quella sul retro della struttura che, scavalcando un muro, conduce in via Monteverdi, sul lato opposto dell’ex albergo. Fine delle certezze.
Nessuna pista è stata esclusa partendo da quella di un regolamento di conti tra bande: chi pretendeva di decidere l’assegnazione delle camere alle famiglie e in cambio di quanti soldi e chi era costretto anche a forza di botte e minacce a subire. Tra i presunti taglieggiatori lo zio materno di Kata, attualmente a processo con altri tre imputati: tentato omicidio, lesioni, estorsione le accuse. Abbastanza per ipotizzare il sequestro della bambina come ritorsione? Le indagini vanno avanti. Sul tavolo degli investigatori almeno altre tre ipotesi: il traffico di droga, lo scambio di persona, la pista a sfondo sessuale. Ma Kata non si trova. La madre continua a lanciare appelli. Lo stesso il padre che, oggi come quel 10 giugno 2023, è in carcere. I genitori si affidarono anche all’ex comandante del Ris Garofano che si disse fiducioso prima di rimettere improvvisamente il mandato insieme ai due avvocati di sempre spiegando che l’atteggiamento diffidente di marito e moglie verso gli inquirenti non era utile.
Non si sa nulla di Kata ma si sa molto del degrado in cui ha passato gli ultimi mesi prima di sparire: lei con la mamma, il fratellino in quell’albergo occupato da senza casa, una sorta di comune dove la legge del più forte ad un certo punto ha preso il sopravvento.

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